Folloubeccami

Per cominciare un piccolo prologo a questa rubrica del Tg Twitter, la Rompitweet.

Sarò la spina nel vostro fianco, il cactus sulla vostra sedia, la sabbia nelle vostre mutande. Quella fastidiosa presenza che vi osserva silente, pronta poi a svelare tutti quei piccoli stratagemmi e sotterfugi che mettete in atto per biechi scopi, come accrescere il proprio ego, i propri followers, il proprio livello di ormoni o la propria distorta autostima. Ho promesso al direttorissimo che sarò almeno minimamente diplomatica, ma dubito di riuscirci.
Vi farò incazzare. Questo lo posso giurare.

C’è un tema che sopra tutti mi sta a cuore: il follow back.
Che cosa è questa fissa che c’avete?! E’ sbagliata. E’ profondamente sbagliata.
Perché? Perché non siamo su facebook, ecco perché. Perché su Twitter non si dà l’amicizia. Non interfacciamo i reciproci profili al solo scopo di sapere l’uno dell’altro vita morte e miracoli (e fatti privati annessi).
Partiamo dalla base. Avete capito perché seguire qualcuno? Anzi, da prima ancora, avete capito come funziona Twitter? Seguire qualcuno non è un atto dovuto. Ognuno si crea la TimeLine a sua piacimento, decidendo di seguire chi vuole in base a dei personalissimi criteri di scelta. Su questi criteri, a volte ridicoli, tornerò poi.
All’inizio lo abbiamo fatto tutti. Tu mi inizi a seguire, io ricambio. Anche per vedere che scrivi e scoprire se mi interessi. Aiuta a capire come funziona twitter e a calibrare il tiro.

Oltre un certo numero di following e followers però si smette, almeno in genere.
No, non perché si inizia a tirarsela (so che stavate per dirlo non vi nascondete dietro i vostri avatar incomprensibili), ma perché diventa ingestibile. Prendendo ad esempio il mio account, seguo circa 400 persone, e già faccio fatica, spesso mi perdo buona parte di ciò che scrivono. E mi dispiace, in quanto se ho scelto di seguire certe persone, è perché mi piace ciò che scrivono.

Sapete quelli che hanno svariate migliaia di followers e danno sempre il follow back? Beh, vi svelo un segreto. Non vi leggono. Quasi mai. Quasi nessuno di loro. Creano delle liste di quelli che interessano loro maggiormente, una specie di TL nella TL, e leggono solo quei pochi, o quasi.

Ecco, così vi hanno dato l’illusione di essere seguiti. Siete contenti adesso? Il vostro ego è stato appagato? E cosa avete ottenuto? E’ la vostra personalità, la vostra arguzia, la vostra simpatia o cosa, che vi hanno fatto raggiungere questo obiettivo? Come possiate dare così tanto peso a qualcosa, al punto di desiderarla aldilà di come l’avete ottenuta, mi è incomprensibile.
(In effetti, ottenere qualcosa senza meritarla è un meccanismo che mi è abbastanza familiare, in Italia)

Ragazzi, su, è un social network, iniziamo con il dare meno peso a tutto ciò che vi avviene.

D’altronde, è vero che c’è anche chi si accontenta del contentino. Contento lui…

Non chiedete il follow back, non imploratelo, non aspettatevi che arrivi. Interagite, scrivete, retwittate, replicate, menzionate (tutto questo senza diventare però ossessivi con il twittero o la twittera di vostro interesse). Se riceverete un follow bene, altrimenti saranno altri a seguirvi. Non è poi molto importante.

Uno, nessuno o centomila (rubando indegnamente l’espressione al titolo di uno dei romanzi che hanno fatto la storia della letteratura italiana), poco importa. Siate liberi di essere voi stessi. Non saranno certo i numeri a dirci chi siete.

Rifletteteci. Io intanto vado a tentare di farmi seguire da Jovanotti.
FOLLOUBECCAMI @lorenzojova !!!!

P.S. Volevo arricchire questa rubrica di screenshot di voi che un minuto prima iniziate a seguirmi, e poco dopo mi defollowate. Ma siete troppo rapidi, non ce l’ho fatta. Non vi sto dietro. Quanto resistete senza il folloubec? Tre minuti?

Comments

  1. Bellissimo! A me piace, vediamo invece se arriveranno commenti incazzati. Hai parlato con il pensiero di tanti!

  2. ponzo78 says:

    ciao bonny bell’articolo 😉
    volevo dirti… e delle stelline? ne vogliamo parlare??? 🙂

    a mio parere i “preferiti” nascono per catalogare i tweet più belli di sempre, quelli che ci hanno fatto più ridere, quelli che rappresentano massime di vita ecc… (io metterò in preferiti un tweet ogni 2 mesi se non meno…) quando uno guarda i preferiti del prossimo dovrebbe scoprire cosa lo fa ridere e che valori ha…….. un po’ come le top 100 canzoni della tua vita…e invece…..
    i preferiti vengono adoperati come contentino stile ” hai scritto una cazzata ma per dimostrarti che ti considero un minimo ti clicco la stellina” il risultato è che i preferiti di quasi tutti i profili risultano insignificanti tanto che sarei curioso di censire il numero delle persone che visitano i preferiti delle persone che seguono…

    in sintesi…. quando un tweet è bellissimo io lo retwitto, se è così bello che desidero rileggerlo facilmente e non dimenticarmene… lo retwitto e in più lo metto tra i preferiti, mettere tra i preferiti un tweet che non è stato retrittato? davvero non ha senso secondo me…. 😉

    ciao bonny, rulez!

  3. Twitter è una bella opportunità. Se una persona scrive bene, ha alte possibilità di poter avere persone che la leggono e di conseguenza riesce a sperimentarsi sempre di più. Magari scrivendo anche in blog o su giornali. Ma il limite delll’intervento di cui sopra consiste nel fatto che ok. Io arrivo a qualche migliaio di follower, non riesco a segurvi tutti quindi neanche applico il FB. Due considerazioni: se tutti si fossero fermati a seguirne qualche centinaio, probabilmente molti di coloro che sono twitstar che dir si voglia, non lo sarebbero. Seconda. Vero che è difficile seguire migliaia di persone, ma magari mentre guardi la TL, ti accorgi di qualcuno e ti rendi conto è che interessante. In fondo se è difficile seguire tanti follower, perché metterci filtri in entrata facendosi seguire e non seguire? Mi si dirà: son libero di fare tutto ciò che voglio. certo. Ma qui si discute proprio di questo tema, altrimenti cadrebbe lo stesso intervento proposto. In ogni caso anche rispettando l’equazione di facebook memoria follower = following (io non declino le parole inglesi nella nostra lingua) non si snaturerebbe comunque la peculiarità di Twitter.

    • bonnielacozza says:

      Grazie del tuo commento. Un paio di appunti al tuo ragionamento, lecito, ma che non condivido totalmente: se tutti gli utenti seguissero tutti i propri followers, i numeri a cui potenzialmente potrebbe arrivare ognuno di noi sarebbero altissimi, visto l’alto numero di iscritti; la possibilità di seguire qualcuno o no, è data proprio allo scopo di creare una TL (una bacheca) personale, composta solo di quegli utenti dei quali ci interessa leggere (per i più disparati motivi) cosa scrivono. Credo quindi che un follow back indiscriminato sia poco selettivo e quindi controproducente alla lunga.

  4. Sono d’accordo, ma non praticante, a me piace ricambiare il follow, perché so’ che a tutti piace avere un numero di follower che cresce giorno per giorno, credo che tutti, o la grande maggioranza, mirino al fatto di “piacere” a quante più persone possibili. Giustissimo invece il fatto che chiedere il follow back è antipatico e presuntuoso. Inoltre se trovo interessante una persona per cio che scrive, la seguo senza “nulla a pretendere” come faccio con bonnie e altri 50 circa da mesi ormai. Complimenti per il post. 😉

  5. Visto che la discussione si sta animando dico perché concordo con l’opinione di Bonnie. Credo che sia matematicamente impossibile come lei dice seguire piu di 3/400 persone, salvo creare delle liste. Seguire qualcuno inoltre è seguire dei contenuti, seguire dei tweet che piacciono, rallegrano o fanno riflettere. Non tutte le persone che ti followano hanno qualcosa di interessante da dire o non tutti i follower, anche se hanno qualcosa da dire, dicono qualcosa che interessa a te. Quindi perché seguirli, solo per fargli aumentare il contatore? E se chi ti segue e vede che non lo followi subito ti defollowa significa che non gli interessano i tuoi contenuti, ma vuole solo aumentare il suo contatore. Quindi perche seguirlo se non gliene frega nulla di te? Credo che sia corretto dire che chi decide di seguirti lo fa perchè potresti piacergli, e se cerca di avere un contatto intelligente con te probabilmente prima o poi anche tu lo seguirai. Se uno non ha pazienza e non si pone nel modo giusto, perché seguirlo? Grazie per la pazienza di aver ascoltato anche il mio punto di vista.

  6. Hai colto la mia attenzione, siamo d’accordo…vedremo se riuscirai a continuare a tenerla 😀

  7. Credo che tendenzialmente tutti vogliamo essere ascoltati, o avere l’illusione che sia così.
    Giustamente come dice Bonnie gli utenti che seguono tante persone si creano delle liste e si presuppone non escano dalla ristretta cerchia selezionata, ma non sempre è così.
    Bisogna considerare che su twitter le interazioni possono avvenire come nel nostro quotidiano… se sono nel mio locale preferito, parlerò con le persone con cui ho un rapporto più stretto. Ma se sento un argomento che mi interessa, o semplicemente ho voglia di novità, quella sera non sarò un “lobbysta”, ma andrò a interagire anche con le persone che non rientrano (ancora) a pieno diritto nel mio nucleo.
    La TL è questa.. ho incontrato “occasionalmente” persone strepitose.. che sono diventate una parte importante del mio quotidiano su twitter, e sono felice di non aver aspettato l’ipotetico RT di qualcuno a me più vicino per leggere i loro tweet.
    Per non parlare di quella cosa fastidiosissima legata ai DM… quanti possibili misunderstanding con 140 caratteri? perché negare la possibilità ad una persona di chiarirsi in privato evitando l’utilizzo di twitter come il vecchio “Mirc”? (qui l’argomento potrebbe andare avanti ore)

    Come in “Dimenticare Foucault” magari scopriremo che twitter «non è mai esistito se non in quanto simulacro» e quindi nessuno seguiva nessuno.

  8. cavallogolooso says:
  9. @webAnto says:

    Ciao , ottimo ragionamento , ed in quanto siamo in uno stato ancora libero dove chiunque può esprimersi liberamente e sopratutto sulle piattaforme web 2.0 (anche se il parlamento le studia tutte per mettere la censura sul web!!), è giusto che tu abbia espresso la tua opinione.
    Io credo che all’atto dell’idea stessa di facebook e twitter non ci sia stata una limitazione di utenti che interagivano tra loro .(anche perchè FB stesso nacque in un campus e non si pensava ad un esplosione mondiale)
    Credo invece che queste piattaforme digitali libere, siano un buon mezzo per far espandere un idea ed incontrare pareri favorevoli o mene. Certo ci sono quelli che “cazzeggiano” e creano solo spazzatura , ma quelli ci saranno sempre.
    In fondo si dice che la “primavera araba” sia nata grazie ai social.
    Scusa mi sono prolungato troppo… alla fine io dico , segui e facciamo seguire, postiamo e mettiamo quanti Mi Piace vogliamo, basta usare il buon senso ed il rispetto .
    Grazie

  10. @webAnto says:

    scusa dimenticavo di dire, che io non chiedo di seguirmi, ma seguo molto volentieri chi mi ispira ..

  11. @bettapic says:

    Ohhh! Finalmente qualcuno che prende twitter per quello che è!
    Non credi poi ci sia un parallelismo tra l’esigenza di alcuni di primeggiare su twitter e il successo dei reality show? o_O

  12. Davide Bonfiglioli says:

    Ciao, bell’articolo. Sono abbastanza nuovo su Twitter e mi appassiona la cosa.
    Ma devo dire che speravo fosse usato un pò meglio e non solo per dire “buongiorno” “mi sto facendo il trucco” oppure “#querelaconPaola”.
    Mi sbaglio ?
    @DBonfiX (Davide Bonfiglioli)
    Ps. Ora ti seguo. Posso ?

  13. Dedalo Montali says:

    Bello il tuo articolo.
    Condividobil tuo ragionamento, o piuttosto, ne comprendo i meccanismi che lo hanno ispirato.
    Meccanismi figli di una societa’ di scambio sterile e priva di sostanza ( io ti followo e ora followami tu).
    Unica eccezione al tuo ragionamento e’ che io, a differenza di te, trovo stimolante seguire molti utenti (piu di 1500) senza recintarli in liste.
    Hai ragione nel dire che rischio di perdermi molti dei migliori tweet, ma in compenso ho una visione a 360′ sulla societa’. Cosi seguo chiunque abbia una bio interessante e spesso resto piacevolmente sorpreso da un twitt scritto da qualcuno che ha solo una manciata di followers e lo retwitto. Tanti piccoli tasselli che giungono da ogni dove a plasmare la miapersonalita’ eternamente in movimento.

    Complimenti x l’ottimo argomento trattato.
    Ps. Non e’ possibile smettere di usare il brutto termine twitteri (che sa di pampa argentina) magari facendo una specie di grande concorsone per trovare un termine piu’ adatto?
    Ciao

Scrivi una risposta a andreapoles79 Cancella risposta